mercoledì 12 marzo 2014

Back to B. ... Bodensee (anzi, per la prima volta ...)

Strana serata quella di lunedì,
immerso nella calma surreale dei borghi sulla sponda nord est del Bodensee, ove mi sono ubicato per un paio di notti di auto-esilio da cui la consueta pratica di non commemorazione del Geburtstag (il nome inquieto non cela una pratica di iniziazione Klingon ...).


Dopo una giornata trascorsa nel macinare chilometri a ridosso di due stati, avendo seguito ossequiosamente a piedi la Landweg n.11 del locale percorso di Nordic Walking (il DACH è pieno di routes dedicate a questa "disciplina new-age", vie che sono sovente in coabitazione con le greenways dei ciclisti o i tracciati per gli skaters) che conduce all'austriaca Bregenz, e raggiunto con le mie medesime reggi-terga i belvedere (Seepanorama e Bergpanorama) al di sopra della movimentata cittadina, decido di concludere le operazioni con un' ulteriore amplificazione di solitudine, ma sull'Isola di Lindau.



"Un'atmosfera ai vapori del Wok" è la mia migliore definizione delle percezioni sensoriali pervenutemi nell'aggirami nella area che uno stretto lembo di terra, conteso fra pedoni, "Radfahrer" (ben più di semplici ciclisti) e ferrovia, tiene legato al tacco del Baden-Württemberg.

Una Luna quasi allo Zenit e la tranquillità a fondo scala, quella "quiete in distorsione" che permette di isolare i sottoprodotti dello scontro di silenzi a cavallo fra lo stridere dei binari e quello di gabbiani frontalieri a miglia di distanza, un cielo serenamente plumbeo con una venatura di cobalto decaduto, acque placide che di tanto in tanto si consentono un meno timido infrangersi sulle antiche barriere a difesa del porto.


Sono sceso dalle mura sulla spiaggia, ho sperato che uno tsunami di lago mi cancellasse mentre rivolgevo lo sguardo, pieno della nostalgia di chi non ha mai provato, verso una compagnia di autoctoni intenti ad una serata di canti etilici sul bagnasciuga.


Ho sperato che un T-Rex mi sorprendesse ... soavemente ...
... che il sauro di Loch Ness avesse deviato per errore su queste sponde e se la prendesse con me, giusto per ripicca ...
... di poter togliere la decina dal cardinale del giorno onde neutralizzare quello è tutti gli altri, per sempre.

Un contesto inesplicabile che mi ha imballato ed ha messo in background la mia esigenza di esprimere giudizi circa la mediocrità di questa mia vita al suo primo giorno dopo i precedenti, troppo spesso inutili, quarant'anni.

 

Sulla via del ritorno verso il bell'ostello arredato color pastello che mi ospita, mi rendo conto di non essere solo nell'universo (... lo ero solo in Europa, girando come un ciuccio alienato nella notte di una Landkreis della Germania meridionale): un evento cancella immediatamente ed inaspettatamente l'interrogativo a cui una serata priva di inappellabili verdetti mi avrebbe consegnato e fa sciogliere il risentimento nato in me in dopo aver irresponsabilmente deciso di abbinare ad un'ottima zuppa piccante di cucina thay (ma a cura di vietnamiti) una pessima Warsteiner.



Avrei voluto abbracciare l'Illuminato che in tal modo ha consacrato un anfratto altrimenti inutile del proprio immobile e rivolgendomi a Questo Fratello, prima di glissarmi con un sobrio "Live Long and Prosper", avrei ri-proposto il ritornello di uno dei brani cult dei Technotronic da cui un meno abbottonato "U make my Day!".


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